Un virus mutato, un virus originato dall’altra parte del mondo che rapidamente è dilagato ed ha infettato l’intera umanità, ci ha fatto capire un’evidenza che avevamo da anni sotto gli occhi senza volerla vedere: il modello di globalizzazione basato sull’economia e sganciata dalla produzione di servizi e beni essenziali, basato su un capitalismo estrattivo, basato sulle percezioni e non sui bisogni reali delle persone, è drasticamente fallito.
Lo dimostra l’ammalarsi della Terra e ne consegue l’ammalarsi delle persone. Siamo parte integrante ed imprescindibile di questo ecosistema che non può più essere considerato come risorsa da spremere per produrre denaro.
In questo periodo di lockdown in cui abbiamo spento quasi completamente i motori delle nostre attività frenetiche, abbiamo assistito ad una sorta di rinascita da parte del pianeta: la qualità dell’aria è migliorata, le acque sono più limpide, molti animali sono tornati in luoghi meno inquinati dal sovraffollamento umano.
Esiste una correlazione tra Ambienti contaminati e diffusione del virus. Il graduale ritorno alle nostre abitudini non dovrà essere identico a quanto chiamavamo “normalità” perchè proprio quella pretesa normalità è stato il problema.
La soluzione non è il ritorno al Medioevo delle piccole patrie, l’alternativa è la glocalizzazione, una nuova forma di sviluppo che nasce dalla sovranità popolare delle Comunità mettendo in atto azioni locali ma coscienti di essere cittadini del mondo.
Penso alla all’agricoltura sostenibile e rigeneratrice della Terra, all’economia circolare che riduce gli sprechi, ad una gestione dei rifiuti che vede le nostre città non come discariche ma come miniere di risorse, alla possibilità di produrre buona energia e di metterla in rete.
Credo nella necessità di ridisegnare ed avviare una politica di opere pubbliche per rendere le nostre città resilienti ai cambiamenti climatici che sono già in atto.
Come ai tempi delle Polis Greche, democratiche città-stato sovrane dell’antica civiltà, a difesa del loro patrimonio seppero fare comunità, unirsi e reagire alle minacce del più temibile nemico dell’epoca, l’Impero Persiano.
La giornata mondiale della Terra rappresenta un’occasione per riflettere e celebrare la consapevolezza di trovarsi davanti ad una nuova epoca: il tracollo del neoliberismo che porta al declino anche l’essere umano dovrà essere sostituito con la condivisione di buone pratiche e saperi per la ricostruzione di un mondo più vivibile.
il Sindaco Edoardo Prestanti