E’ iniziato il monitoraggio sulla presenza
negli uliveti di Carmignano della mosca dell’olivo, il parassita più
temuto dagli olivicoltori poiché provoca ingenti danni alla produzione dell’olio
extravergine di oliva. L’iniziativa rientra
nell’ambito del progetto “Carmignano 2020. Rigenerazione agricola e tutela
ambientale”, promosso dal Comune di Carmignano, Pro Loco di
Carmignano, BioDistretto del Montalbano e Consorzio e Strada dei Vini di
Carmignano e dei Sapori Tipici Pratesi, volto a promuovere un’agricoltura
biologica e senza veleni, tutelare e curare il paesaggio.
Otto le aziende
del territorio, sia biologiche che non, che hanno aderito
all’iniziativa, coordinata dallo Sportello Verde del Comune di
Carmignano, e che hanno quindi deciso di installare delle apposite trappole sul
territorio così da osservare meglio il terreno e verificare la presenza o meno
della mosca. L’insetto verrà, nello
specifico, monitorato su 60
ettari dei 610 presenti sul territorio, 240 dei quali già
certificati bio. Ogni settimana le aziende controlleranno le trappole
e comunicheranno allo Sportello Verde i dati relativi alla presenza o meno del
parassita, per poi decidere insieme ad esperti del settore quali sono le
migliori modalità di azione per debellarlo.
“Un ulteriore tassello che ci
porterà alla creazione del Distretto Biologico di Carmignano – ha spiegato il
sindaco Edoardo Prestanti -.
Prosegue così il progetto Carmignano 2020 che punta, entro il prossimo anno,
alla conversione totale della superficie agricola verso pratiche biologiche e
naturali, e a liberare così l’intero territorio di Carmignano dall’uso di
pesticidi. Un percorso ambizioso ma necessario per tutelare la salute dei nostri
concittadini e l’ambiente che ci circonda”.
Obiettivo di
questo monitoraggio è affiancare gli olivicoltori nel difficile compito di
contrastare, con mezzi idonei, l’attacco della mosca
olearia.
“Se si dovessero riscontrare presenze importanti del parassita, rilevate appunto
dalle trappole a feromoni installate sul territorio – ha precisato l’agronomo Mario
Apicella -, gli olivicoltori potranno decidere di
intervenire preventivamente con caolino e rame, così da disorientare la mosca e
abbassare la carica microbica presente sulle chiome di un batterio simbionte.
Nel caso di attacchi consistenti e produzioni importanti si potrà intervenire
con altri prodotti ammessi in agricoltura biologica, supportati dallo staff di
tecnici che il Comune ha messo a disposizione degli olivicoltori”.
Un importante intervento che
s’inserisce in una progettualità virtuosa, ce vuole così predisporre gli
agricoltori del territorio a valutare l’importanza strategica di una gestione
rispettosa dell’ambiente in cui si vive. Un processo che vede il Comune in prima
fila, supportato da tecnici ed esperti del BioDistretto del Montalbano, che
metteranno a disposizione le proprie conoscenze e professionalità utili per
l’espletamento delle varie pratiche, burocratiche e non solo, collaudate in
agricoltura biologica e biodinamica.